Il Centro internazionale di Calcolo

Verso la fine degli anni Quaranta, l’ONU avvia la costruzione di grandi centri internazionali di ricerca. In particolare, il dipartimento di Scienze Esatte Naturali dell’UNESCO promuove l’idea di creare un Centro di Calcolo europeo. Alla fine del 1951, si tiene a Parigi una Conferenza per la progettazione del “Centro Internazionale di Calcolo” e viene approvata una “Convenzione” che stabilisce a Roma la sede e l’inizio del suo funzionamento, non appena dieci paesi avessero ratificato la convenzione stessa.

Alla fine, questo obiettivo non sará  mai raggiunto, non per generiche lungaggini ma per una precisa scelta di politica scientifica da parte dei principali paesi occidentali. Appena siglata la convenzione di Parigi, Usa, Inghilterra, Francia, Germania Occidentale, Svizzera, Austria, Norvegia, Svezia, Olanda, etc., si tirano indietro perchá©, in sostanza, ognuno vuol far da sá©, e pensa di dotarsi di un proprio Centro di calcolo. Dopo un po’, Picone capisce che è il momento di ritirare anche l’Italia dal progetto.

Prima di questi infausti sviluppi, comunque, l’esito della Conferenza venne interpretato come uno straordinario successo di Picone, pronosticato come futuro direttore del Centro. Ma la designazione di Roma come sede e la scelta di affidare all’INAC il compito di costituire l’elemento propulsore rappresenta una complicazione per Picone, in quanto rafforza l’ipotesi dell’acquisto del computer, per il quale, secondo l’UNESCO, si prevede una spesa di 250 mila dollari e lo stanziamento di una somma di circa 100 mila dollari solo per il primo esercizio.

L’IBM, nell’ottobre 1952, cede all’INAC, in uso gratuito, il suo modello 601 a schede perforate. In precedenza, nel maggio 1952, nella seduta del Comitato per la Fisica e la Matematica del CNR, Picone aveva fatto proporre a Signorini la creazione di un Centro di studi elettronici con l’obiettivo di costruire un computer e preparare esperti elettronici. La proposta di Signorini, per la precisione, fu di costruire con la collaborazione della Olivetti una calcolatrice elettronica della serie Mark. Dalla primavera del 1952 comincia la corsa a ostacoli per procurare denaro necessario alla riuscita del progetto di costruzione del computer per l’INAC.