Arriva il FINAC

Alla fine del ”˜54, Picone acquista un modello Manchester Universal Electronic Computer DC.4 o Mark 1*, costruito dalla Ferranti Ltd di Manchester, quarto modello realizzato dalla ditta inglese, al costo di circa 300 milioni di lire (108.800 sterline) provenienti da fondi CNR e ARAR (Azienda Rilievo Alienazione Residuati).

In uno degli ultimi giorni del gennaio 1955, due grossi autocarri con rimorchio scaricano nel cortile del Consiglio Nazionale delle Ricerche trentadue grandi casse, del peso complessivo di dodici tonnellate, che contengono le diverse parti del computer, ribattezzato dal matematico Enzo Aparo con l’acronimo FINAC (Ferranti-INAC-Computer). Riassemblato nei mesi successivi, FINAC viene inaugurato il 14 dicembre 1955 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Il Presidente Gronchi appare “molto divertito perchá© l’enorme apparecchio (che occupava l’equivalente di tre stanze, benchá© avesse 1 K di memoria su tubi Williams e 32K su tamburo magnetico) gli suona la marcia dell’Aida e gli sa dire in quale giorno della settimana è nato”. Continuando con le parole di Enzo Aparo: “Con l’avvento del computer entra all’istituto, come nuovo filone di ricerca, quella che ancora non si chiamava informatica, e ad essa si dedicano con entusiasmo e successo giovani di grande valore come Corrado Boehm, Giorgio Sacerdoti, Paolo Ercoli, Roberto Vacca, [Franco Berenga] e, più tardi, Giuseppe Jacopini” oltre allo stesso Aparo. Il FINAC, primo calcolatore automatico di notevole potenza introdotto in Italia, andrá  in pensione nel giugno del 1967, dopo aver dato uno straordinario impulso all’Analisi funzionale e aver contribuito a opere come la diga del Vajont (che non crollò nel disastro del 1956, e che comportò la risoluzione di un sistema di 207 equazioni lineari algebriche).