Attivitá  prima della Seconda guerra mondiale

Nel biennio 1933-1934 restano rari e episodici i problemi industriali o proposti da strutture industriali o scientifiche con cui è chiamato a cimentarsi l’Istituto. E, ancora una volta, Picone scende in campo per difendere la sua creatura: sempre molto dinamico anche nel cercare i vitali contributi finanziari alla struttura, si impegna in prima persona e in modo notevole nella divulgazione, organizzando giri di conferenze e altri interventi che puntano a catturare l’attenzione del mondo industriale (e, in particolare, delle industrie elettriche).

Nel quadriennio 1933-1937 (anno in cui muore Marconi e viene sostituito da Pietro Badoglio al vertice del CNR) il bilancio dell’INAC si può considerare tutto sommato positivo: consistente il numero delle commesse ricevute da parte dei Ministeri militari e dei Lavori pubblici, mentre si mantiene ancora esiguo quello da parte dell’apparato industriale italiano. Nel 1937 si è in piena campagna “autarchica”. Il Gran Consiglio del fascismo dichiara la necessità  di subordinare ogni scelta politica alle esigenze della preparazione bellica e chiama la scienza e la tecnica a collaborare. Picone, che nel 1923 scriveva “In una futura guerra vinceranno gli eserciti che saranno tecnicamente più preparati; le future guerre saranno guerra fra scienziati”, appare del tutto interno a questo clima e l’INAC diventa in breve il fiore all’occhiello di Badoglio che parla con enfasi del ruolo e dell’importanza che l’Istituto riveste “in un moderno paese industriale”.