Eugenio Elia Levi, normalista e volontario e caduto nella grande guerra

Abstract
Eugenio Elia Levi (1883-1917) fu uno dei più grandi matematici italiani del 900, come del resto il fratello Beppo. La sua produzione scientifica fu tanto profonda quanto differenziata, venne immediatamente apprezzata negli ambienti matematici internazionali e, a distanza di un secolo, conserva grande attualità in diversi campi della matematica. Momento importantissimo per la sua formazione fu la permanenza nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Qui, dal punto di vista scientifico, venne formato da grandi maestri come Luigi Bianchi e Ulisse Dini e, nonostante la minima differenza di età, influenzò moltissimo la formazione di Mauro Picone che lo considerò sempre un proprio maestro. Dal punto di vista politico-culturale, sempre in Normale, il Levi venne in contatto e condivise le idee di diversi giovani esponenti del socialismo riformista, con i quali condividerà gli ideali irredentisti. Tra queste amicizie ha particolare importanza quella con Giuseppe Lombardo Radice per la fitta corrispondenza che intratterranno negli anni successivi e che si estenderà anche ai fratelli di Levi, continuando anche dopo la morte di quest'ultimo. Allo scoppio del conflitto, le forti convinzioni interventiste porteranno Levi ad arruolarsi ed a rifiutare qualsiasi richiamo in università o in seconda linea finché, nelle giornate convulse che seguirono Caporetto, venne ucciso da un cecchino mentre, al comando di una compagnia di genieri, tentava di allestire una linea di difesa sopra Cormons.
Anno
2015
Autori IAC
Tipo pubblicazione
Altri Autori
Andrea Celli